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Come eliminare la ritenzione idrica velocemente

Donna tocca gambe gonfie

La ritenzione idrica è un problema alquanto comune. Nella maggior parte dei casi interessa la popolazione femminile (almeno il 30%), ma non solo. Tra le cause, giocano un ruolo decisivo alimentazione, stile di vita ed eventuali patologie pregresse. Per prevenire comparsa e sintomi, dunque, è necessario intervenire modificando la propria dieta e le proprie abitudini, e affidandosi, all’occorrenza, a supporti integrativi da assimilare alla routine quotidiana. Scopriamo insieme come. 

Cos'è la ritenzione idrica e come combatterla

Può succedere che l’organismo tenda a trattenere i liquidi nelle zone maggiormente predisposte alla concentrazione di grasso: cosce, glutei e addome. È in questo caso che si può parlare di ritenzione idrica, il cui tratto distintivo è il cosiddetto edema. Si tratta di un rigonfiamento causato dal ristagno di tossine e fluidi nei tessuti. Si verifica soprattutto quando la circolazione linfatica e venosa subisce alterazioni tali da compromettere il metabolismo cellulare, riducendo l’apporto di ossigeno e nutrienti. 

La ritenzione idrica, in genere, si presenta con:

  • gambe gonfie e pesanti;
  • pelle lucida;
  • stentata capacità di movimento. 

Le manifestazioni più gravi, invece, possono sfociare in mal di testa, disturbi gastrointestinali, scarso appetito e problemi respiratori. 

Comprendere se si soffre di ritenzione idrica è semplice. Oltre ad osservare i sintomi, si possono effettuare alcuni test, come la misurazione del peso specifico dell’urina. Oppure premere con un pollice sulla coscia per constatare se l’impronta resta impressa e se, pertanto, si tratta di ritenzione idrica. 

Cause della ritenzione idrica

Diverse sono le cause alla base della ritenzione idrica. Il malfunzionamento della circolazione sanguigna fa la sua parte. Ma tra i fattori scatenanti è opportuno ricordare: 

  • l’alimentazione, caratterizzata da eccesso di caffeina e/o sale;
  • malattie cardiovascolari, come l’ipertensione arteriosa, renali ed epatiche. L’insulino-resistenza e la ritenzione di sodio, disturbi strettamente connessi a possibili squilibri del metabolismo glicemico;
  • l’intolleranza al lattosio;
  • alterazioni ormonali correlate alle mestruazioni o alla gravidanza;
  • fumo, alcol, sedentarietà, abiti eccessivamente stretti, tacchi alti (sconsigliati se si trascorre tanto tempo in piedi);
  • il sovrappeso e il rallentamento della diuresi. 

Nesso tra sistema linfatico stagnante e ritenzione idrica

La comparsa di ritenzione idrica è spesso sinonimo di sistema linfatico stagnante. Se la linfa non riesce a scorrere nei linfonodi e a raggiungere fegato e reni, ristagna e tende a coagulare. I condotti dei linfonodi si infiammano, provocando gonfiore delle ghiandole, dolori sparsi, reumatismi, occhiaie, emicrania, concentrazioni di grasso.  

Occorre che i linfonodi purifichino il fluido linfatico (costituito da globuli bianchi, proteine, acqua, cellule adipose, virus, batteri e altre sostanze di scarto) se l’intento è scongiurare l’accumulo di liquidi e le conseguenze derivanti. Tutelare il benessere del sistema linfatico, composto da una fitta rete di vasi e nodi, è fondamentale per contrastare la ritenzione idrica, depurando l’organismo da tossine, allergeni e cellule tumorali. 

I migliori rimedi contro la ritenzione idrica

Esistono diverse opzioni per combattere la ritenzione idrica. Rimedi naturali e integratori sono tra le soluzioni più valide ed efficaci. Formulazioni fitoterapiche con proprietà diuretiche da affiancare alla dieta, come quelle a base di  

  • Bardana, celebre per la sua azione purificante. È consigliata per chi è affetto da obesità, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia e litiasi biliare. Ideale per il drenaggio degli organi emuntori come reni, polmoni, fegato, intestino, la Bardana, se abbinata a ingenti quantità d’acqua, viene impiegata nel trattamento di “eccessi” alcolici o alimentari;
  • Asparago, alleato della diuresi. Favorisce l’eliminazione dei liquidi in eccesso nei tessuti. Ricco di potassio e rutina, ripulisce le vie urinarie, rafforza le pareti dei vasi sanguigni e previene così l’insorgere di cellulite e fragilità capillare; 
  • Gramigna, pianta dalle spiccate peculiarità depurative. Supporta la minzione, e disintossica dal punto di vista epatico e renale. Ecco perché viene spesso utilizzata all’interno di regimi alimentari detox o dimagranti;
  • Tarassaco, drenante per eccellenza. Conosciuto anche come “dente di leone”, e protagonista della medicina orientale, grazie all’alto contenuto di taraxacina, migliora il flusso della linfa e, dunque, l’eliminazione delle sostanze nocive. Non solo. Il Tarassaco agisce anche a livello del fegato, incoraggiando la produzione di bile e il transito intestinale, e accelerando l’espulsione delle tossine in eccesso;
  • Tè verde, fonte di polifenoli, fortemente antiossidanti, e metilxantine (teofilina, caffeina, teobromina), toccasana contro ritenzione idrica e buccia d’arancia. Incentivano il dimagrimento, trasformando i grassi depositati nel tessuto adiposo in energia;
  • Betulla, scrigno di flavonoidi, acido ascorbico e tannini, utili anche in caso di reumatismi e gotta. La Betulla stimola lo smaltimento di acido urico e colesterolo, ed evita la formazione di renella nelle vie urinarie. In presenza di cellulite, consente di eliminare i noduli fibroconnetivali;
  • Frassino, antinfiammatorio e lassativo. Abbassa glicemia e colesterolemia. Merito dell’acido ursolico, perfetto per la cura di litiasi biliare, coliche renali, cellulite e ritenzione idrica. Il Frassino, inoltre, contribuisce all’aumento di forza e massa muscolare. 

Da non sottovalutare, infine, la Bromelina, soprattutto se estratta dal gambo dell’ananas, in grado di promuovere il microcircolo e la tonicità della pelle; l’Ortica, le cui foglie, contenenti acido caffeico, inducono l’eliminazione di scorie attraverso le urine, così come la Pilosella; il Melitoto, vasoprotettore in caso di varici, gambe pesanti, edemi, insufficienza venosa. 

Sostanze lipolitiche non stimolanti

Durante un regime mirato alla perdita di ritenzione idrica, l'aggiunta di composti capaci di favorire la lipolisi (ovvero l'eliminazione dell'adipe) consente di raggiungere più facilmente l'obiettivo desiderato. Tra le sostanze lipolitiche non stimolanti più efficienti, troviamo la Carnitina, che funziona da molecola trasportatrice degli acidi grassi. Fa sì che questi entrino nei mitocondri e vengano convertiti in energia. La Carnitina, pertanto, è indicata per la perdita di peso all’interno delle diete ipocaloriche; per l’aumento della massa magra, ai danni di quella grassa, nei soggetti sportivi; per la lotta a cellulite e ritenzione idrica.  

Merita di essere citato anche il CLA, l’Acido Linoleico Coniugato, grasso polinsaturo. Blocca l’assorbimento dei lipidi nelle cellule grasse e velocizza il metabolismo. Così facendo, riduce l’adipe e incrementa la muscolatura. Infine, gli Omega 3, indispensabili per il buon funzionamento del sistema ormonale e per la composizione delle membrane cellulari. Gli Omega 3, infatti, non solo abbassano il colesterolo “cattivo” e favoriscono la produzione di collagene, ma placano anche l’infiammazione sottocutanea, causa spesso di cellulite. Alleviano, pertanto, gli inestetismi, rendendo la pelle più liscia e sana. 

Consigli alimentari per contrastare la ritenzione

Un ulteriore passo da compiere è modificare la propria dieta, includendo cibi ricchi di fibre alimentari che scongiurano il rischio di stitichezza prolungata, e aiutano la motilità intestinale e il deflusso venoso nell’addome.  

  • Il pesce è preferibile alla carne in quanto comprende basse quantità di tessuto connettivo.
  • Frutta e verdura rinforzano i capillari poiché fonti di Vitamina C. Via libera, quindi, a broccoli, cavoli, lattuga, spinaci, patate, peperoni, pomodori, radicchio. E ancora: agrumi, ananas, ciliegie, fragole, kiwi.
  • L’olio extravergine di oliva e l’olio di semi sono poveri di grassi.
  • Un’adeguata idratazione è importante contro la ritenzione idrica. Tè, tisane e almeno due litri di acqua al giorno. È bene, in particolare, accrescere le dosi progressivamente, soprattutto se si è abituati a bere poco.

Da evitare, invece, l’eccesso di bevande zuccherate e alcoliche: dal caffè alla birra, dalla cola ai succhi di frutta.  

Il suggerimento, poi, è quello di associare ad un programma alimentare ad hoc, costante attività fisica. Fare lunghe passeggiate o praticare sport come nuoto e ciclismo consente di riattivare il microcircolo, rinforzare gli arti inferiori, e contrastare l’insufficienza venosa. Consigliati anche esercizi propriocettivi e stretching perché tenere le gambe sollevate per alcuni frangenti, facilita l’eliminazione delle tossine e il ritorno venoso. Può essere utile, infine, dormire con un cuscino sotto ai piedi o alzarsi sulle punte, così da incentivare la circolazione.  

Attenzione, in ogni caso, a intraprendere percorsi alimentari, integrativi o sportivi che siano poco compatibili col proprio stato di salute. È opportuno, infatti, anche su consulto medico, affidarsi alla soluzione più adatta in base alla gravità del disturbo e alla condizione attuale del proprio organismo.

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